Informazioni sulla metodologia seguita
Lo studio ha raccolto i pareri di 400 investitori istituzionali di tutto il mondo, dai fondi pensionistici a benefici definiti ai fondi pensionistici societari, dai fondi sovrani alle banche centrali, dai fondi di dotazione alle fondazioni. Il sondaggio online è stato condotto da CoreData Research a cavallo tra i mesi di giugno e luglio 2022 ed è stato integrato da otto colloqui qualitativi condotti a livello globale su un insieme di istituti di tipo simile. Gli investitori hanno valutato i possibili rischi di coda elencati di seguito, in base ai fattori di probabilità, gravità e preparazione ad affrontarli:
- Una seconda pandemia globale causa un’altra ondata di misure di lockdown
- L’Unione europea (UE) si dissolve
- La Corea del Nord cade e si ricongiunge con la Corea del Sud
- L’Iran rientra nell’economia globale e fornisce un importante contributo alle forniture energetiche
- Un rallentamento dell’economia globale obbliga le banche centrali a tornare a una ZIRP (politica di tassi d’interesse zero)
- I Treasury USA a 10 anni raggiungono rendimenti a doppia cifra
- Un’economia dell’Eurozona va in default rispetto al proprio debito
- La bolla immobiliare cinese scoppia e trascina l’economia globale in una recessione
- Incidente nucleare
- Una grande economia subisce un attacco nucleare
- La regolamentazione bancaria viene allentata, consentendo ai finanziatori tradizionali di competere con i fornitori di credito privati
- La rete satellitare viene disabilitata, causando un arresto globale del sistema GPS e delle telecomunicazioni
- Stati Uniti e Cina vietano il commercio bilaterale
- Un attacco informatico mette in ginocchio una delle principali piattaforme finanziarie o un’agenzia governativa (ad es., SWIFT, NYSE, IMF) per un arco di tempo prolungato
- Le criptovalute causano un contagio finanziario globale
- Crollo globale della rete Internet
- Secessione di Irlanda del Nord e Scozia dal Regno Unito
- Un conflitto militare nello Stretto di Taiwan o nel Mar Cinese Meridionale
- Un’inattesa crisi di liquidità nei mercati dei capitali (Treasury USA, materie prime, ecc.) provoca un tracollo del mercato.
Gli investitori istituzionali intervistati provengono da sei Paesi: Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Australia, Cina e Giappone. Gli intervistati hanno un’età compresa fra i 30 e i 70 anni e ricoprono il loro ruolo attuale da almeno un anno. Gli investitori intervistati sono responsabili della gestione di un patrimonio totale pari a oltre 12.000 miliardi di dollari. Quasi tutti gli investitori (94%) provengono da società con un patrimonio in gestione attuale di almeno 1 miliardo di dollari. Un ulteriore 2% proviene da fondi di dotazione e fondazioni statunitensi con un patrimonio in gestione attuale di almeno 250 milioni di dollari.
Lo studio è stato condotto in cieco senza menzionare PGIM o Prudential. La partecipazione è stata incoraggiata offrendo un incentivo agli intervistati (un corrispettivo finanziario, una donazione a un ente di beneficenza o una messa a dimora di alberi monitorabile).